È un'impresa che nasce da un'idea innovativa, generalmente con costi inferiori alla media, e che viene accettata molto bene dai consumatori (siano essi di una nicchia specifica o parte della grande massa), raggiungendo un rapido sviluppo in termini finanziari.
Un'altra definizione più recente è che la startup è "un gruppo di persone alla ricerca di un modello di business ripetibile e scalabile, che lavora in condizioni di estrema incertezza".
Ma, in fondo, quale sarebbe un buon modello di startup per capire il concetto? L'azienda Apple, ad esempio. Negli anni '70, Steve Wozniak sviluppa per se stesso, inizialmente senza grandi pretese, un computer per uso personale, il cosiddetto Apple I.
Progettò e assemblò il prodotto da solo. Non appena il suo collega Steve Jobs vide il dispositivo, disse a Steve che avrebbe dovuto lanciarlo sul mercato. In seguito, insieme a un terzo amico, Ronald Wayne, il gruppo decide di fondare la Apple Computers Inc. Pur essendo un dispositivo incompleto (praticamente solo una scheda madre) e dovendo essere "completato" dai suoi acquirenti (persone del settore informatico), l'Apple I fu venduto a 2.500 dollari! Un anno dopo, più completo, con un maggior numero di componenti e un design compatibile con il mercato di massa, apparve l'Apple II, che a poco a poco divenne disponibile a un prezzo accessibile a chiunque lo desiderasse.
Apple è nata in modo imprevedibile, da un gruppo di giovani amici, con prodotti innovativi, la cui accoglienza sul mercato era inizialmente incerta, ma che hanno sorpreso e conquistato rapidamente il pubblico, portando immensi profitti agli organizzatori e ai sostenitori.
Sulla definizione di "startup":
Essere ripetibili significa essere in grado di offrire il modello di prodotto più e più volte, con la stessa qualità, le stesse prestazioni e le stesse caratteristiche a clienti diversi, vale a dire ripetere la produzione, lo standard e la consegna.
Essere scalabili significa avere la capacità di produrre in serie e di crescere sempre di più, ma mantenere i costi equilibrati, per non dover aumentare sfrenatamente il prezzo di vendita.
Gli investitori iniziali, ovvero i finanziatori del capitale di avviamento di questo tipo di aziende, sono i cosiddetti "angels" (angeli); persone che dispongono di molto denaro e che non hanno paura di rischiare in imprese nuove e talvolta persino eccentriche.
Altri esempi di aziende attuali che sono state sponsorizzate da angeli sono Google, Facebook, Airbnb e Instagram.
Ma allora il termine "startup" si applica solo alle aziende del settore tecnologico o che operano in Internet? In realtà no, ciò che conta per rientrare nel concetto è che l'azienda sia innovativa e che il suo modello di business sia considerato ripetibile e scalabile. La questione principale è che oggi, con i cambiamenti avvenuti durante la pandemia, la maggior parte delle startup è sì legata a Internet e al business online, come non potrebbe essere altrimenti. Queste sono le nuove e crescenti influenze digitali, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana.
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